LA CASA TERAPEUTICA
I GIARDINI DI VIA MEDICI
CANTINA ZONIN – ROCCA DI MONTEMASSI – GROSSETO
articolo da NERO n 3 del 2007
a cura di Anna Chiara Brighenti
on è certo necessario essere degli addetti ai lavori per riconoscere in molti edifici della nostra città della nostra provincia l’inconfondibile stile progettuale dell’architetto Mirko Amatori.
L’uso sapiente di linee geometricamente pulite e l’intervallarsi calibrato di materiali diversi come il mattone, l’intonaco, le pietre, i marmi, il rame disegnato, con riempimenti e chiaroscuri formalmente forti, le linee e gli spazi pensati dal progettista.
Uno stile rigoroso, molto ben definito, che lega in un ideale filo conduttore l’aspetto volumetrico e formale di tutti i suoi progetti.
E’ così che l’attento osservatore della nostra realtà architettonica, o più in generale “edificatoria”, può cogliere il segno dell’espressione creativa dell’architetto Amatori facendo sì che le linee proposte nell’atto progettuale siano paragonabili a una vera e propria “griffe”. Nascono così grandi facciate, porticati e coperture riconducibili inequivocabilmente alla mano di Mirko Amatori e del suo Studio.
Siamo in piacevole conversazione con l’architetto e la sorella Gabriella davanti al plastico della Piazza di Arcugnano, quel piccolo “brano di città” costruito fuori Vicenza.
Il soffermarsi su questo progetto, che personalmente mi è sempre piaciuto, è quasi d’obbligo. Stiamo parlando infatti di “architettura della reinterpretazione” parola chiave che permette una più facile lettura anche del progetto di Rocca di Montemassi su cui ci dilungheremo in seguito.
Come mi sottolinea infatti Mirko Amatori, parlandomi della visione creativa che ha portato al compimento dell’opera di Arcugnano, la base di partenza è stata il saper coglier l’elemento di unione fra la tradizione, il contesto delle adiacenze tra le quali si sarebbe andati a costruire e le nuove esigenze edificatorie.
Reinterpretazione dunque; reinterpretazione dei volumi, dei colori, degli spazi aperti, e non da ultimo della viabilità, secondo parametri edilizi e distributivi in linea con i tempi; così facendo non si violano le redici storico culturali che, come in questo caso, caratterizzano l’aspetto architettonico dei piccoli centri urbani del nostro territorio.
Ecco quindi la reinterpretazione del significato della Piazza antistante la Casa Comunale, dei porticati che ne fanno da corona e delle residenze disposte a pettine che ne diventano parte prospiciente vivacizzando con i loro colori l’intero impianto scenografico.
Parliamo ora dell’ultima opera di rilevanza portata a termine dallo Studio Amatori ed inaugurata a fine maggio 2007. Si tratta dell’intervento progettuale nella tenuta Zonin di Rocca di Monemassi, opera tesa a valorizzare il territorio ed interpretata con un gesto creativo che rafforza la tradizione e la storicità dell’intervento. Questa grande tenuta di ben 450 ettari di cui 160 a vigneto, si colloca nel cuore della Maremma toscana, in zona collinare presso la frazione Montemassi nel comune di Roccastrada. Il paesaggio raccoglie in sé tutte le tinte dei colori della Maremma; querce da sughero, pini marittimi, ulivi e vigneti, diventano in contrasto con il color rosso ocra dei terreni, pennellate di colore del più tipico quadro toscano.
E’ in questo contesto che l’operazione imprenditoriale della famiglia Zonin, si sposa perfettamente con l’interpretazione progettuale dell’architetto.
Antichi rustici destinati all’agricoltura tradizionale e preesistenze lavorative vengono elaborati e quindi reinterpretati da Mirko e Gabriella Amatori nell’ideazione di uno spazio operativo di 3.000 mq adibito a cantina vera e propria.
Il recupero di altri 1.200 mq viene destinato così a residenza, ospitalità, e museo della civiltà rurale. Questo richiamo museale ai tempi passati in cui vengono raccolti e presentati circa 3.000 oggetti di vita contadina e numerose immagini di vita lavorativa della Maremma divengono un elemento molto importante di rapporto tra le tenuta e il suo esterno inteso in senso lato.
Questo contesto di superfici destinate a funzioni fra loro differenti doveva quindi essere legato in un unicum formale la cui presenza architettonica secondo l’idea dell’architetto non doveva essere elemento dirompente all’interno del paesaggio. I volumi e le architetture dovevano integrarsi quindi scenograficamente rapportandosi non solo con i vari aspetti della natura circostante ma anche con le radici storiche di cui si è detto prima.
Le immagini , siamo convinti rendano perfettamente l’idea di come ci sia stata grande sintonia di intenti tra le richieste della committenza Zonin e l’interpretazione data dallo Studio Amatori.
Il richiamo formale ad elementi di fine Ottocento primi Novecento si trasforma così in portali di ordine gigante, campiture a cassettonato tipiche del territorio, sistema decorativo a motivi rettangolari fino all’uso del mattone locale.
Evidenti sono le mediazioni formali che riportano alla chiesa di San Miniato di Firenze e ad altri edifici tipici della maremma grossetana.
Il volume residenziale della villa derivante dalla ristrutturazione di un vecchio edificio propone una immagine tradizionale con una interpretazione bifacciale del volume che collega il grande cortile di accesso con il laghetto retrostante. Le geometrie che emergono dalla visione d’insieme sono quindi, al medesimo tempo, richiamo storico di architetture di un tempo diventando contestualmente elemento caratterizzante lo stile progettuale di Mirko Amatori.