IL CONVENTO DI OGNISSANTI – SANTA CATERINA –
COME SOGNARE UN CASALE
CONVIENE ABITARE IN CENTRO
da LOOK n. 15 del luglio 2000
a cura di Mirko Amatori Architetto in Vicenza
Le nuove tendenze dell’abitare in centro storico.
I miei clienti chiedono spesso se conviene comprare in centro, se conviene abitare nel centro storico della città anziché fuori. Di sicuro è una scelta di affezione, abito in centro perché mi piace passeggiare e guardare le vetrine, perché amo i sottotetti, perché mi piace il salotto buono della città, perché mi fermo a parlare con il giornalaio sotto casa. C’è un sapore di aristocratica signorilità nell’architettura dei palazzi del centro storico, Ma anche il risvolto economico è importante.
A Las Vegas hanno ricostruito un pezzo di Venezia con grande successo, un enorme albergo ricrea l’agio e l’atmosfera delle residenza italiane sul Lago Maggiore; mobili e quadri antichi sono sempre più una sicura fonte di investimento, oggetti bellissimi da tramandare ai figli o da esporre in azienda, come fanno i giapponesi, recenti modelli d’auto hanno riferimenti stilistici alle auto d’epoca ecc… C’è una tendenza culturale internazionale, assolutamente certa e proiettata nel lungo periodo, che sta attribuendo enorme valore a tutto ciò che è storico e di tradizione. Di conseguenza anche i centri storici – abitare in città – hanno registrato un incremento di valore notevole. La pratica edilizia del restauro, tendente a far rivivere ambianti e atmosfere, ha ripreso da anni grande slancio. Allora rispondo al mio cliente che abitare in centro fa tendenza, tutti i personaggi più famosi abitano in palazzi storici. Il valore, della villa fuori città, si è trasferito nella casa entro le mure cittadine, il restauro oggi dà dignità e riconoscimento.
Tutte le Agenzie Immobiliari confermano una rivalutazione superiore degli immobili del centro storico rispetto alla periferia. C’è una tendenza ad abbandonare la villa dopo aver allevato i figli. Mi trasferisco in città, chiudo la casa e buone vacanze a tutti!
Una buona casa in centro deve avere i garages, mi permette grandi comodità perchè ho tutti i servizi a portata di mano, non chiede grandi spese di gestione e quando voglio chiudo e vado ai Caraibi. Ci sono dei posti dentro la città che sono unici. I posti straordinari avranno sempre valore monetario sia al mare, che in montanga che in città. Quando sentite una punta d’orgoglio nel pensare – qui abiterò io – allora comprate, è il posto unico e giusto che Vi meritate, il più bello per Voi.
Come si fa un restauro? Innanzitutto, ci vuole molta umiltà da parte del progettista. L’architetto non deve far pesare la propria mano, non deve lasciare il proprio segno (l’intervento apparirà estraneo e datato dopo alcuni anni); l’architetto deve ragionare come un buon “capomastro” che sicuramente agisca per necessità di pratica. L’intervento deve offrire alla fine una immagine credibile, “veritiera”, una immagine compatibile con il contesto e con lo spirito del luogo. Il restauro deve trovare il proprio fondamento sulla sensibilità verso materiali naturali e la manualità artigianale, sull’uso di materiali che esprimono, nella manualità dell’esecuzione e nella naturalità dei loro componenti e del loro trattamento, un sapore di “memoria storica”.
Già nel Cinquecento Andrea Palladio, uno dei più grandi architetti di tutti i tempi, oltre che nume tutelare di Vicenza, colui che la rese bella e famosa, denunciava e scriveva: “E’ avvenuto che gli uomini si sono già da gran tempo persuasi essere a ciascuno lecito fabbricare a sua voglia, e di qui siano nasciuti gli strani abusi, le barbare invenzioni, e le superflue spese e le varie continue rovine, che in molte fabbriche si sono vedute”.
L’intervento che presento è il restauro dell’ex convento di Ognissanti in Contrà Santa Caterina a Vicenza: l’impegno quasi di un decennio per ricostruire, nel rispetto dello spirito del luogo, le antiche murature e ricavarne splendide residenze. Le prime notizie sul Convento di Ognissanti, sede di un ordine monastico legato alla vicina Chiesa di Porta Monte, risalgono agli inizi del 1200, quando la città di Vicenza comincia a proiettarsi al di fuori del nucleo storico – di origine romana – lungo i percorsi di collegamento che saldano il tessuto urbano con la campagna circostante. Il manufatto si sviluppa su quattro lati con all’interno un giardino di circa 1000mq – quasi un lotto di terreno odierno – . In epoca napoleonica l’intero complesso muta la funzione originaria a fu trasformato ad uso abitativo. Un incendio scoppiato negli anni ’50 fa crollare il lato su strada che completava il quadrilatero.
In assenza di documentazione certa, l’intervento di ricostruzione si svolge con umiltà e totale rispetto dello spirito dei luogi: la facciata su strada ricostruita, ripropone la stessa configurazione strutturale e ritmica dell’esistente, con recupero “quasi museografico” degli elementi architettonici in pietra sopravvissuti all’incendio. All’interno ho rispettato le strutture portanti originarie recuperando le volte a botte o a crociera modellate con i mattoni, le cornici originarie delle finestre, le scale di particolare pregio, tutti i materiali che ho usato sono ben differenti da quelli oggi normalmente usati nell’edilizia corrente. Le unità residenziali sono grandi o di superficie media, tutte attrezzate secondo le tecnologie odierne, dotate di garages, con finiture di pregio e sapore antico. Mi conforta pensare che i felici abitanti che hanno l’opportunità di risiedere in questo splendido scenario storico di sicuro pretigio, lo custodiranno al meglio salvandolo dall’incuria che invece tocca a molte Ville Venete.