TRA STORIA E TERRITORIO
da IL GUSTO del 2009 in allegato al quotidiano IL GIORNALE
di Stefania Battisti
Un grande progetto rende omaggio alla tradizione vinicola della famiglia Zonin. La riqualificazione dei 3.000 metri quadrati della Tenuta Rocca di Montemassi, ad opera degli Architetti Mirko e Gabriella Amatori, dà vita a spazi per la vinificazione, ma anche per l’ospitalità e l’esposizione.
Un grande progetto della famiglia Zonin teso a valorizzare il territorio, interpretato dall’architetto Mirko Amatori con un gesto creativo che rafforza la tradizione e la storicità dell’intervento: è la tenuta Zonin di Rocca di Montemassi ristrutturata e inaugurata nel maggio 2007. Da antichi rustici destinati all’agricoltura tradizionale e da preesistenze lavorative, Mirko e Gabriella Amatori, che condividono la carriera professionale, hanno saputo ideare una cantina di 3.000 metri quadrati e recuperare un volume di 1.200 metri quadrati destinato a ospitalità, residenza e Museo della Civiltà rurale.
La tenuta di Rocca di Montemassi si trova nella zona collinare della Maremma toscana, in frazione di Montemassi, comune di Roccastrada. Le brezze marine rendono nitida la luce solare e portano aromi della macchia mediterranea. Querce da sughero, pini marittimi, ulivi e vigneti modellano le dolci colline con terreni color rosso-ocra che faticosamente la mano dell’uomo ha reso salubri e produttivi. La ricerca di uno stretto legame tra territorio e architettura ha prodotto una cantina che assume un carattere formale di fine Ottocento, primi Novecento, con l’uso di portali di ordine gigante, di campiture a cassettonato tipiche del territorio e con l’uso del mattone locale. “Penso che il senso del mestiere dell’architetto sia far nascere una magica atmosfera attraverso l’uso attento dei materiali e le invenzioni della scenografia”, dice Mirko Amatori. Il Museo della Civiltà contadina, di 300 metri quadrati al piano terra, testimonia e vuol far conoscere le tradizioni e i modi di essere della vita contadina in Maremma, luogo aperto al pubblico e alle scuole per tramandare e non dimenticare. Il progetto esprime al meglio la filosofia progettuale di Mirko e Gabriella Amatori un po’ architetti un po’ artisti. “L’Anima dell’artista – interviene Gabriella Amatori – modella l’edilizia per farla diventare architettura. La sfida progettuale è costruire e consegnare alla storia i manufatti per vedere se resistono, senza mode, se diventeranno un pezzo di città, un segno alla memoria collettiva. E’ questo il valore aggiunto del nostro modo di operare. Costruire “bello” o costruire “brutto” costa sempre lo stesso denaro. Cambia di molto l’esperienza emozionale e la vendibilità dell’opera. Il sogno di un’architettura senza tempo rinasce in ogni progetto.